LA DONNA CHIAMATA "MADONNA"

associazione@amicidilourdes.it

torna a Notiziario Anno IX_2

 

 

 

 

Era una delle tante bambine che facevano bello il villaggio di Nazaret. I suoi genitori le avevano messo un bel nome: Maria. Gli antichi latini dicevano che nomen est omen, cioè, "il nome è il vero segno delle cose". Nel nome Maria è racchiuso tutto quello che sarebbe stata questa donna, particolarmente coinvolta nel mistero della salvezza. In ebraico la parola Mara significa "essere bella"; in lingua egizia significa "sazia, formosa", il che, secondo i canoni estetici dell'Oriente, significa "bella".
Nella lingua cananea Mrjm significa "elevata, eccelsa, augusta". Gli esperti dicono che Maria è un nome composto da due radici, una egizia e l'altra ebraica. Mjr in egizio significa "l'amata" e Jam è un abbreviazione di YHWH. Maria o Miram allora vuol dire "amata da Dio", ma al di là di questi significati che possiamo dare al nome di questa bambina, essa è "segnata da

Dio" ed è destinata a essere la madre del salvatore. Per questa sua grandezza, unica e irripetibile, nasce anche la varietà degli appellativi che la pietà popolare usa per invocare questa donna così importante.
Gli spagnoli la chiameranno Nuestra Señora, cioè "Nostra Signora", la "signora di tutto il popolo" e che il popolo ama e venera. I francesi la chiameranno Notre Dame, cioè "nostra dama", come la donna più importante che sta nel palazzo del re. Gli ortodossi usano chiamarla Theotókos, cioè "madre di Dio", mettendo in luce la sua funzione di genitrice del figlio di Dio. Fattosi uomo nel suo grembo.
Gli inglesi preferiscono chiamarla Virgin Mary, cioè "Vergine Maria", mettendo in risalto il mistero della sua maternità verginale. In Germania la gente preferisce chiamarla Mutter Gottes, cioè "madre di Dio", come a indicare l'incontro fra l'umano e il divino che in lei si compie. I portoghesi la chiamano Nossa Senhora, "nostra Signora". Gli ugandesi Niaffe, "nostra Madre speciale". I cinesi Sin Mou Maa Liha, la "santa donna Maria". Gli italiani preferiscono chiamarla Madonna. Il termine nasce dal latino mea domina, che significa "mia signora".
Sappiamo che la lingua italiana nasce dalla lingua latina e che, lungo il tempo, ha raggiunto la sua raffinatezza e la sua eleganza fra le popolazioni della Toscana. Ed è proprio in Firenze che è nata la parola Madonna, nome singolare con il quale tutti si riferiscono a Maria. Questo appellativo dice il rapporto amoroso che c'è fra Maria e la gente. Essa è "la mia donna", è la persona "del mio amore più alto", è la persona che "porto nel cuore", è la donna "cui sono fedele" perché è "mia". In quel "mia donna" c'è come un giuramento di fedeltà reciproca. Esattamente come uno sposo dice che sua moglie è la "sua donna", la sua signora. Davvero la lingua toscana ha saputo trovare un appellativo concreto, non teologico o filosofico, ma di "carne", cioè realistico, personale umano, facilmente accessibile e che ci appartiene, come ci appartiene la propria pelle. Per questo amiamo pensarci come popolo della Madonna.
Ho ancora negli occhi il sorriso sfavillante di Giorgio La Pira che incontrai zoppicante davanti alla basilica della santissima Annunziata la mattina dell'8 settembre, poco prima del suo arrivo al "Sabato senza vespro". Lo presi a braccetto per aiutarlo a camminare e con molta fatica - tanta era la ressa della gente - riuscimmo a entrare nell'atrio della basilica. Non potemmo entrare in basilica perché strapiena di gente. Dovemmo tornare sulla piazza. E lui mi disse: "Hai visto quanta gente? Questo è il popolo, quello vero, quello che conta, questo è Firenze perché è con Maria, la sua Madonna. Ricordalo e dillo a tutti, sempre".
Sono parole che restano nel cuore. La tanta gente era motivata perché Maria è davvero la "Madonna" che appartiene al popolo e il popolo a lei. Tanto è penetrato nel cuore della gente l'uso di chiamare Maria con il titolo di Madonna che in tutta Italia troviamo moltissime basiliche mariane che sono chiamate proprio con questo nome. Ci permettiamo di elencarne alcune delle principali: Madonna di Oropa (Biella), di Tirano (Sondrio), di Senale (Bolzano), della Corona (Varese), della Salute (Venezia), delle Grazie (Curtatone), della Guardia (Genova), di Montenero (Livorno), del Transito (Perugia), del Frassine (Grosseto), del Sasso (Bologna), della Consolazione (Perugia), del Divino Amore (Roma), dei Miracoli (Chieti), dell'Arco (Napoli), di Montevergine (Avellino), del Porto (Catanzaro), di Tindari (Messina), della Montagna (Reggio Calabria), delle Lacrime (Siracusa).
Si può davvero dire che tutte le regioni hanno la loro Madonna!

Averardo Dini

 

 

 

 

torna a Notiziario Anno IX 2